Venerdì ’90 – Prima puntata

Qualcuno diceva che non si esce vivi dagli anni Ottanta.

Non so se qualcuno ha detto che non si esce dagli anni Novanta.

A giudicare dagli oggetti che ho intorno, legati al collezionismo di libri, ma non solo, ho pensato che una rubrica settimanale poteva essere un’idea carina.

Nasce così “Venerdì ’90”, l’unica rubrica in cui è obbligatorio abbandonarsi alla più canaglia delle nostalgie, per citare Al Bano, che saluto caramente.

La prima puntata è dedicata ai mitici Manuali delle Giovani Marmotte, che una trentina d’anni fa erano un po’ i miei libri-guida.

Li leggevo, rileggevo, e intanto fantasticavo avventure, non diversamente da ora a pensarci bene.

Se non ricordo male il quinto volumetto, quello dedicato alla natura, era il mio preferito.

Voi li avevate?

Qual era il vostro preferito?

A proposito di primavera

Sistemando vecchi cassetti sono spuntate fuori foto di non poco tempo fa, perlopiù rimosse.

Come questa, che ritrae la formazione del mio primissimo gruppo musicale: i Cantina Blues.

Blues made in Chieti Scalo, e già di questo si potrebbe dire molto.

“Sembravate una band di nerd,” mi dicono oggi dalla regia.

E lo eravamo, eccome se lo eravamo, in un periodo in cui i nerd non andavano neanche troppo di modo come adesso.

Nella foto siamo parecchio sgangherati, quindi è uno scatto riuscito, perché somiglia all’adolescenza che ritrae.

E l’adolescenza è tutto fuorché perfetta: la primavera degli uomini somiglia ben poco a quella dei fiori.

L di libro, L di lasagna

Diventano più grandi le tavolate del Club del Libro di San Benedetto in Perillis, si aggiungono lettori, che dopo un po’ diventano amici.

Un paio di settimane fa l’ultimo incontro, incentrato su “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti, presso l’Alimentari D’Abrizio – convertito per l’occasione in alimentari letterario -.

E in un posto così coniugare lettura e cibo è il minimo che si possa fare.

In foto, eccoci a pranzo dopo il confronto sul libro letto, reduci da un’ottima lasagna (e non solo), come da titolo.

Il prossimo appuntamento si terrà domenica 19 febbraio, alle 15.30.

Parleremo di un libro che ho amato non poco: “Piccole cose da nulla”, di Claire Keegan.


Essendo un libro di un centinaio di pagine, siete ancora in tempo per unirvi a quest’avventura…

Vi aspettiamo!

Di cosa parliamo quando parliamo di e-commerce

Nell’immaginario collettivo il commercio online è legato soprattutto a capannoni industriali di periferia grandi come città, a corrieri senza sosta, a lavoratori alienati con passo scandito e secondi contati.

Il più delle volte è questa la realtà.

Ci sono però piccole eccezioni nate nell’intento di cercare e trovare quella che Montale chiamava la “maglia rotta nella rete che ci stringe”.

Sono realtà minime, esercizi che si sono reinventati affiancando o sostituendo la vendita online all’attività di negozio, a volte in paesi piccoli come queste attività.

Spesso, come nel caso del Libraio di Notte, l’e-commerce ha costituito l’unica via per continuare a fare un mestiere che si ama e che non si vuole smettere.

Allora può capitare, certe sere, che fuori sia così e che tu stia lavorando.

E tu sei quella luce lì, quella stanza illuminata.

“Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!”


[Eugenio Montale, In limine]

La bottega che non ti fa temere la neve

Fuori c’è il sole: la prima neve di questo inverno si sta quasi sciogliendo.

Non è stata una sorpresa, era un po’ tutto previsto, e mi ero organizzato per evitare gli errori degli anni passati.

Ad attendere il bianco, con me, candele, torcia e cellulare carichi, buste di legna sul pianerottolo.

Invece l’accumulo è stato di soli trenta cm, la corrente non è andata via, la connessione internet ha retto e le strade sono state pulite in tempi brevi.

Ma a non farmi temere neanche un attimo di neve è stata una bottega a un centinaio di passi da casa, aperta: l’Alimentari D’Abrizio.

Negozio attivo dal 1945, alla sua gestione si sono avvicendate tre generazioni.

Oggi, a fare gli onori di casa e di bottega, c’è Laura, che è anche sindaco di San Benedetto in Perillis – ma chi sa di entroterra l’avrà già capito dalla posa spalaneve in foto! -.

Rendersi conto, non soltanto in caso di emergenza neve, dell’importanza di questi presidi di comunità nell’entroterra appennino sarebbe un ottimo proposito per questo 2023 appena cominciato.

Raccontiamoli, parliamone.

E intanto facciamo la nostra parte.